E’ stata l’ultima volta del giamaicano in un meeting internazionale. Doveva essere un successo. Ma lo segue lo statunitense Young con soli tre centesimi.
Basta un allungo sul rettilineo per mandare in visibilio il pubblico. E’ certo: il principe, almeno questa sera, è lui. Lo stadio è pieno all’inverosimile. Tutti qui per ammirarlo un’ultima volta, prima dell’uscita definitiva che sarà ai mondiali di Londra. Poco prima della partenza sembra il solito Bolt. Scherza, ammicca, quasi con noncuranza. Una calamita che attrae. Si fatica a far silenzio sugli spalti. Poi alla partenza è lento, macchinoso a mettersi in moto. Lo confermano anche i numeri: 0,150 i millesimi di reazione allo sparo. Peggio solo il britannico Utah (0,152). Gli altri fuggono. Non pare il “fulmine” di sempre. Dieci, venti, trenta metri. E il ragazzo giamaicano sempre dietro. Finalmente si distende e per gradi mette il petto davanti. Alla fine la luce del traguardo. Lo passa con fierezza, quasi sospirando “finalmente è finita”. 9”95, “solo” tre centesimi meglio dello statunitense Young (9”98). Terzo il sudafricano Simbine con 10”02.
Dopo il traguardo non sorride. È sommerso dai flash dei fotografi. Non è il miglior Bolt visto in circolazione, però l’imbattibilità è mantenuta. Seppur a fatica. Riconfermarsi il migliore al mondo a Londra non sarà facile.