Windsurf, kite e wakeboard: gli sport acquatici richiedono muscoli, coraggio e un pizzico di follia
Le spiagge da film della California, quelle estremamente ventose di Fortaleza, l’Isola di Paros in Grecia o la Corsica. E ancora, Fuerteventura e il Portogallo, oppure – se si vuole rimanere nelle vicinanze – il Lago di Garda e quello di Silvaplana, in Svizzera, appena oltre i nostri confini. C’è una tribù che viaggia, sia d’estate sia d’inverno, per inseguire le onde. E sfidarle. Lo fanno attraversando lo Stivale, magari dal Nord Italia fino al Golfo di Sant’Eufemia, sulla costa tirrenica della Calabria. Lo fanno coronando il sogno di cavalcare le onde delle Hawaii, dove tutto è cominciato e dove vento e mare sembrano stati creati appositamente per praticare sport acquatici estremi.
COORDINAZIONE
Il primo di questi, almeno in Italia, è il windsurf. In quasi mezzo secolo di vita, e nonostante oggi debba dividere il mare con decine di altre discipline, lo sport inventato da un ingegnere aerospaziale californiano non ha mai perso il proprio appeal. Per praticarlo servono equilibrio, coraggio, forza, coordinazione e (molta) pazienza. È una disciplina avventurosa, fatta di cadute, di attese, di evoluzioni e di scariche di adrenalina quando finalmente si sale sull’onda e la si sfida. I benefici per il fisico sono evidenti perché ogni distretto muscolare viene interessato, dalle spalle alle braccia, dalle gambe ai glutei, all’addome. E anche la mente e lo spirito ne beneficiano: il windsurf si gioca tra il vento e l’acqua e poter essere il trait d’union tra questi due elementi trasmette una grande gioia interiore. Difficilmente, si vede uscire dall’acqua un windsurfer che non abbia stampato il sorriso sulle labbra.
ADRENALINA PURA
Di più recente invenzione, ma ugualmente affascinante e adrenalinico, è il kitesurf. Nato anch’esso – neanche a dirlo – alle Hawaii, nel giro di meno di un ventennio si è trasformato in una vera e propria religione. Mantenersi a pelo d’acqua ad aquiloni manovrabili a due o quattro cavi, dedicandosi a evoluzioni estreme, richiede devozione e spirito di sacrificio, ma in cambio regala soddisfazioni e scariche di adrenalina che ripagano tutto. Dal punto di vista psicofisico, il kite migliora la postura, aiuta l’apparato cardiovascolare, rafforza glutei, interno, esterno cosce e addominali in modo passivo, fa bene all’umore e combatte lo stress.
TRAINATI
C’è poi il wakeboard, una disciplina che nasce negli Stati Uniti dalla fusione dello sci nautico e dello snowboard e che ha tra i suoi discepoli anche supervip come Justin Bibier. Il fatto di essere trainati da un motoscafo non sia di inganno: anche questa disciplina mette a dura prova i muscoli di braccia e gambe, l’equilibrio e la coordinazione. Il wakeboard è uno sport a tutti gli effetti, complesso e affascinante. C’è anche una forma più acrobatica fatta di rampe su cui prendere velocità per lanciarsi in giri spettacolari. Da affrontare con prontezza di riflessi, forza nelle braccia e con il desiderio di vivere il brivido della velocità.